Come possono essere d’aiuto i Fiori di Bach?
Da alcuni anni seguo persone con patologie neurodegenerative con il supporto dei Fiori di Bach.
Queste patologie non possono migliorare, né guarire, la medicina ufficiale non ha ancora scoperto una cura.
Quello che posso fare io è tentare di rendere più accettabile il loro stile di vita.
Cosa sono le malattie neurodegenerative?
Queste sono un insieme variegato di malattie del sistema nervoso centrale, accomunate da un processo cronico e selettivo di morte cellulare dei neuroni.
A seconda del tipo di malattia, il deterioramento neuronale può comportare deficit cognitivi, demenza, alterazioni motorie, disturbi comportamentali e psicologici.
Tra queste ne ricordiamo alcune
- Alzheimer
- Artereosclerosi
- Demenza senile
- Parkinson
- E tante altre
Allora perché utilizzare i Fiori di Bach?
Quello che possono fare è aiutare a vivere meglio la malattia sia la persona che ne soffre, che i suoi parenti, lavorando sulle emozioni, cioè il “processo che comporta dei cambiamenti nell’organismo e che si verifica in risposta a un evento scatenante, dotato di significato per l’individuo”.
Ho raccolto alcuni fattori comuni che si presentano nella persone affette da queste patologie, e nei loro parenti. Ma l’elenco sarebbe lunghissimo
Malati
- Solitudine
- Vivere nel passato
- Paura
- Rabbia
- Perdita della propria autonomia
- Perdita della memoria e fatica a riconoscere le persone o i luoghi che li circondano
- Smarrimento
Parenti
- Rabbia
- Sensi di colpa
- Inadeguatezza
- Stanchezza Fisica e Mentale
- Preoccupazioni Eccessive
- Disponibilità Totale verso il proprio caro ammalato
Cosa si può fare per capire meglio le loro emozioni?
Per me è importante cercare di lavorare con l’intero gruppo familiare, oltre che col malato. Ho notato che se i primi emozionalmente stanno meglio, anche la persona affetta da queste patologie risponde meglio alle cure, ed è più serena.
Ascoltare senza giudicare quello che mi viene detto durante il consulto, che di solito avviene con i parenti. A volte questi, se sentono di essere ascoltati e non giudicati, si sfogano e raccontano anche la loro amarezza e il senso inadeguatezza che li opprime. In questo caso posso aiutarli a superare queste emozioni negative.
Domando, se possibile, durante il primo incontro di poter entrare nell’ambiente dove vive il malato. È per me importante poterlo osservare nella sua casa, come interagisce con le persone che lo accudiscono, come si muove.
Ed infine, chiedo ai parenti di prendere nota di ogni piccolo progresso quotidiano personale del loro caro. Sembra banale, ma nell’enormità di questa malattia, a volte sfuggono i piccoli miglioramenti.
Per chi fosse interessato ad approfondire: Un caso interessante: Fiori di Bach e Alzheimer (o qualcosa di simile)
Camilla Marinoni