Io parlo, tu ascolti. Tu parli, io ascolto.

La maggiore fonte di stress per me, non è stato fare  un trasloco (esperienza ancora recente nella mia memoria), ma contattare il call center di Fastweb, il mio gestore di fibra ottica.

 

Quando funziona, è fantastico.

 

Ma quando c’è qualche problema, inizio a sudare freddo, mi preparo la boccetta del Rescue Remedy (il mio elisir magico per tutti i mali), e mi preparo alla battaglia di chi ha più resistenza, io o l’operatore telefonico.

 

Premetto, io non ho nulla contro l’individo che sta all’altra parte del telefono, so come funziona il sistema, ho lavorato un anno in un call center (ne approfitto per salutare i miei ex colleghi), ma riescono a logorarmi lo stesso.

 

Ma procedo con il racconto:

 

C.: Buongiorno, non ho la connessione internet.  In questi ultimo giorni è molto lenta, ed oggi va e viene. C’è qualche problema sulla linea?

O: Assolutamente no. Facciamo delle verifiche. Stacchi il cavo elettrico dal modem e conti fino a dieci, poi lo ricolleghi

C.: Già fatto. Non funziona

O.: Si disconnetta e poi si riconnetta

C.: Già fatto. Non funziona

O.: Strano. Qui risulta che funziona tutto. Sicuramente è il cavo che collega il PC al modem che è da cambiare.

C.: sono in wireless.

O.:Riavvii il computer.

C.: Va bene.

(dopo cinque secondi)

O.: Ha rivviato il portatile? Mi sembra che sia molto lento. Forse la causa della mancata connessione  è il suo computer.

C.: Il mio portatile è lento a riavviarsi, perché è stato modificato e ha molti programmi. Ma è uscito da poco dalle mani del programmatore, quindi non ha problemi. Inoltre fino a settimana scorsa, non c’erano problemi di collegamento. Ma non è un problema, faccio la verifica con il mio secondo portatile.

Continua a non esserci  linea.

 

Il mio cervello inizia a fumare, sento il panico nella fanciulla all’altro capo del filo.

Alla fine, un miracolo:

si accorge che mi hanno cambiato la banda, quindi non deve fare altro che comunicarmi la nuova username e password per accedere al servizio.

 

Ripeto, io ho lavorato in un call center, so che le società non danno informazioni, lasciando in pasto agli utenti i poveri operatori per pochi euro al mese.

 

Ma mi è venuta in mente  la scena iniziale del film Marigold Hotel, in cui una delle protagoniste del film telefona ad un call center per passare al wireless.

L’operatrice le dice che per fare questa modifica deve parlare con l’intestatario del telefono, che è il marito. La protagonista comunica che quest'ultimo è morto.

Silenzio all’altro capo della linea.

Poi...

“Mi dispiace, ma se non è possibile  parlare con suo marito, non possiamo fare la modifica richiesta”

 

Basterebbe un pò di fantasia e di elasticità mentale, anche dall’altra parte del filo.

A volte basta poco, solo ascoltare le persone.

Una vedova non ti può passare al telefono il marito defunto.

L’operatrice, se mi avesse ascoltato, avrebbe individuato prima il problema.

 

Ma anch’io ho le mie colpe... se non fossi partita prevenuta, forse avrei ottenuto prima lo stesso servizio.

Non ci si ascolta più.

Sentiamo la volce dell’altro, ma non quello che dice.

Siamo solo preparati a contrattaccare, chiusi nella nostra sfera di protezione.

Ci siamo dimenticati che anche noi siamo parte di una rete, quella più importante.

VI ricordate questa poesia di John Donne?

Bastano i suoi versi a ricordarci chi siamo e come dovremmo comportarci

 

Nessun uomo è un'Isola,

intero in se stesso.

Ogni uomo è un pezzo del Continente,

una parte della Terra.

Se una Zolla viene portata via dall'onda del Mare,

la Terra ne è diminuita,

come se un Promontorio fosse stato al suo posto,

o una Magione amica o la tua stessa Casa.

Ogni morte d'uomo mi diminusce,

perchè io partecipo all'Umanità.

E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:

Essa suona per te.

 

Per finire però la mia avventura: oggi, ovviamente, non c’era ancora la linea.

Ho provato un’altra tecnica, vecchia come il mondo

 

Io parlo, tu ascolti

Tu parli, io ascolto.

 

Sono riuscita ad ottenere l’uscita di un tecnico... uno di questi giorni, ed una linea un tantino meno ballerina

 

E vi lascio, facendo mia una frase del medesimo film, con questa asserzione

 

"Alla fine si sistemerà tutto.

Perciò, se non è tutto sistemato, significa che non è ancora arrivata la fine!"

 

Camilla