La Grande Madre (o la Crudele Matrigna?!?)

Oggi sono andata a visitare la mostra a Palazzo Reale, La grande Madre.

Inquietante è dir poco.

Nel web ho letto entusiastiche recensione.

Quella che vi racconterò, è la mia personale versione.

Sono entrata alla mostra con grandi aspettative.

Da anni studio, come chi mi conosce ben sa, la figura archetipale della Grande Madre.

Quindi ero curiosa di vedere una mostra dedicata a Lei.


Dopo le prime sale dedicate ad una visione psicoanalitica (una sala è addirittura dedicata a Freud), e al Futurismo, ho continuato, ancora speranzosa, a girare le sale.

Non ve le voglio raccontare una per una, ma si cadeva una dopo l’altra in un’ambientazione sempre più tragica, negativa e pessimistica.


Alcune sale, addirittura, sono chiuse con una tenda, forse per negare la vista di queste scene da incubo.

Ho visto adolescenti imbarazzatissime/i, un signore anziano è dovuto uscire prima, perché la visione di alcune sale lo aveva disturbato.


Vero, la grande Madre ha anche questo aspetto terribile, ma mi sembra che siano dimenticati di presentare la sua parte  femminile e gioiosa.

La Grande Madre è procreazione, e non c’è una immagine felice di maternità (tre giovani donne nude con il loro bimbo al muro, non mi dà proprio l’idea di una maternità felice e consapevole)

Perfino la tradizione Mariana viene sfigurata e ridicolizzata.


Ogni sala mi appare come la visione di un incubo maschile del femminile.


Si sono dimenticati di raccontare la Grande Madre onirica (eccetto un paio di quadri).


E dove sono le Guaritrici, le Sciamane, le Dee?


Solo Rabbia e Dolore.


Potreste obbiettare che voglio vedere solo la Grande Madre Magica, negandomi quella crudele qui rappresentata.

Forse…

Ma la domanda è che mi pongo alla fine della Mostra è questa:

Perché dobbiamo mostrare sempre e solo il lato crudele della vita?

In particolar modo in un periodo storico in cui il Male la fà da padrone?


La Vita, e in questo caso la Grande Madre,  è anche Gioia e Amore, e in questa Mostra è totalmente assente. 


Camilla