Maria Chiara Verderi: in Hospice con i Fiori di Bach

 

Vi propongo una nuova intervista fatta ad una mia collega del Bach Centre: Maria Chiara Verderi.

Lei, oltre ad essere una BFRP, è anche Counselor e conduttore di classi di bioenergetica in ambito socio sanitario.

Le ho chiesto di fare quattro chiacchiere con me, perché, come volontaria, utilizza i Fiori di Bach nell’Hospice dell’Ospedale Sacco di Milano.

 

Come mai hai scelto di lavorare in Hospice?

Ci sono arrivata per caso.

La mia idea, in origine, era di portare la mia esperienza tra i bambini in ospedale. Poi, per una serie di causalità, mi è stato chiesto di collaborare in Hospice come counsellor per gli Operatori Sanitari.

L’ambiente dell’Hospice è diverso da quello degli ospedali, come siamo abituati a vederli. E’ un ambiente rasserenante, con pareti dai colori vivaci e quadri. Stanze grandi e confortevoli, dove i parenti possono accedere senza limiti di orari. E il personale specializzato è sempre sorridente.

Addirittura in alcuni Hospice possono accedere anche gli animali domestici.

 

Come lavori con i Fiori di Bach in Hospice?

Il progetto è nato nel 2010 grazie all’entusiasmo di alcuni operatori dell’Hospice e al supporto di un’altra BFRP ma, a causa di successivi trasferimenti, dal 2011 uno dei volontari ed io siamo subentrati come responsabili del progetto

Non lavoro direttamente con i pazienti, ma attraverso il volontario che fa loro dei colloqui, e poi, durante una riunione settimanale si decide insieme quali Fiori dare.

Sia i pazienti che i loro parenti vivono emozioni forti, quali rabbia o paura.

I Fiori possono aiutare a gestirle meglio.

I Fiori non vengono somministrati direttamente, ma messi in bacinelle di vetro con dell’acqua.

Spesso, ai Fiori che diamo ai pazienti, vengono aggiunti anche quelli per i parenti che vivono a stretto contatto con loro.

Si può quasi dire che tutto l’ambiente viene “influenzato” dall’effetto di queste miscele.

I Fiori di Bach vengono sempre dati in accordo con i pazienti e le loro famiglie. E, fino ad ora, praticamente nessuno li ha rifiutati. Probabilmente avvertono il loro supporto emozionale.

Secondo me, I Fiori accompagnano gentilmente l’Anima in questa ultima fase, preparando il paziente e la sua famiglia ad accettare più serenamente qualunque situazione, anche quelle più disperate.

 

La prima ciotolina che viene preparata all’arrivo di un nuovo paziente, ovviamente, è con il Rescue Remedy, per il trauma dell’arrivo in questo reparto.

Appena possibile, a seconda delle emozioni e degli stati d’animo espressi dal paziente, si preparano i mix personalizzati per ciascuno.

Spesso, anche il personale infermieristico mi chiede una boccettina per loro uso personale.

 

Cosa proveresti, se dovessero chiudere questo progetto?

Lo vivrei come un lutto. La prima volta che arrivai in Hospice, appena posai la mano sulla maniglia della porta d’entrata, mi venne il panico.

Ma appena entrata, passò tutto. Venni accolta da questo ambiente accogliente e sereno, e da infermiere sorridenti. Sto bene con loro, abbiamo un fine comune: ognuna/o di noi porta il suo contributo per aiutare a vivere meglio chi sta vivendo la sua ultima fase prima di lasciare questa vita. E il mio contributo è con i Fiori di Bach.

 

Camilla