Alzheimer & Fiori di Bach

Conosco Graziano Nicoli, l’ingegnere dei Fiori, come veniva chiamato per il suo lavoro, appunto di ingegnere,  fin dal 2006.

Frequentavamo insieme la scuola triennale di Floriterapia a Milano, poi concluso da lui con una tesi sui Fiori a Sostegno dei familiari di malati di Alzheimer.

Ha continuato e tuttora continua, a Modena, a prestare aiuto a molte persone sofferenti, anche con attività di volontariato per malati di Alzheimer e i loro familiari.

Nel suo lavoro come consulente dei Fiori di Bach, mette tutto l’entusiasmo che lo contraddistingue, anche se è sempre piuttosto 'difficile' trovare riscontro nelle istituzioni ufficiali.

I Fiori di Bach possono essere un valido aiuto in tematiche come queste, non hanno controindicazioni né alcun tipo di interferenza con i medicinali, non contenendo principi attivi.

Quindi perché non utilizzarli per fare stare meglio emozionalmente i pazienti e i loro cari?

Del resto una maggiore serenità ed un modo più consapevole di affrontare i problemi, fa subito stare meglio non solo chi assume i Fiori, ma anche chi gli sta intorno.

 

Graziano, perché hai scelto questa tematica?

Ho scelto l'ambito dei familiari di malati di Alzheimer perché da anni aiutavo un mio amico medico, geriatra, professore universitario, a migliorare il suo rapporto con l'informatica, ed anche l'Associazione di cui lui era ed è tuttora consulente medico.

E' venuto naturale scegliere un ambiente dove si vedeva molta sofferenza, dove ero già introdotto, e godevo di un benevolo o almeno non ostile sguardo medico (il mio amico ha poi fatto da supervisore alla tesi) 

La mia tesi era incentrata sui parenti che si occupano dei malati di Alzheimer.

Poi, in un secondo momento, su richiesta di quest’ultimi, iniziammo a darli anche ai malati.

Importante precisare che i parenti che prendevano i Fiori erano molto  più sereni, quindi anche i loro cari, che sentivano la loro energia, stavano poi meglio.

E questo era già stato un grande risultato.

I risultati per la mia tesi erano stati testimoniati da strumenti psicometrici (test) di uso consueto nei protocolli di ricerca, in uso nella facoltà di Medicina di Modena.

 

Secondo la tua esperienza, ci sono dei Fiori di Bach che ricorrono nei malati?

Alcuni si.

Ovviamente poi devono essere scelti secondo la personalità del paziente.

Tra questi ricordo Clematis, perché i malati si sono persi in un loro mondo astratto. Questo fiore li aiuta a ritornare nel qui e ora. Quindi Honeysuckle, perché vivono nel passato.

Cherry Plum perché la malattia di tipo Alzheimer si manifesta come caos cerebrale. Infine Chestnut bud, perché in genere sono disconnessi dalla realtà.

 

Ci sono stati effetti collaterali?

Assolutamente si, e dei più inaspettati.

Parliamo però di effetti collaterali sui familiari, non sui pazienti.

Nella mia tesi venivano seguiti solo i parenti. Non ho dati controllabili con i malati in quel periodo.

Sparivano malanni a cui noi non avevamo prestato attenzione, come mal di schiena, dolori articolari, insonnia; oppure si evidenziava un miglioramento fisico con conseguente spostamento di esami clinici non ritenuti più necessari, etc.

Insomma, risolvendo problemi emozionali, sparivano anche problemi fisici.

Quindi non è male come risultato!


Graziano, gentilmente, mi  ha autorizzato ad allegare una sua relazione di quegli anni.

E’ quindi possibile scaricarla


Per contattarlo direttamente: nicoli@studionicoli.com


Camilla

 

 

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A B, Alzheimer Bach, ossia come migliorare la qualità della vita con i Fiori
Nel novembre 2009 abbiamo dunque iniziato un percorso con i Fiori di Bach, come sostegno ai Familiari di malati di Alzheimer e altre demenze, presso l'Associazione G.P.Vecchi di Modena
relazione incontro 30-4-2010 .pdf
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