Questa mattina mi sono svegliata con una domanda in testa:
perché siamo su questo mondo?
Nasciamo, viviamo e moriamo in un tempo relativamente breve.
E in questo breve spazio di tempo ci danniamo l'anima, in una continua corsa per accumulare beni materiali o, per troppi, semplicemente per sopravvivere.
E poi?
In un semplice batter di ciglia, si muore.
Tutto quello che abbiamo così faticosamente accumulato, si disperde.
Come il ricordo del nostro passaggio su questa terra.
Quindi, ripeto, perché tutto questo affannarsi, correre, dannarsi... Perché?
Tutto questo fa forse parte di un disegno divino?
Serve a migliorare la specie umana?
Io non lo so.
E sono anche stanca di continuare a chiedermelo.
Se qualcuno ha una risposta, lo ringrazio anticipatamente se vorrà condividerla sulle pagine di questo blog.
Per me non ha nessun senso.
La soluzione?
Ovviamente non ce l'ho.
Posso solo dirvi quello che voglio cercare di fare io, anche se va contro tutto quello che mi è stato insegnato fino ad ora dalla famiglia e dalla società.
Vivere semplicemente, senza dannarmi troppo l'anima.
Cercando di godermi la vita pienamente giorno per giorno, facendo solo ciò che mi rende felice, e che mi fa andare a letto soddisfatta.
Ultimamente non sono stata molto brava in questo proposito, ho lavorato più del dovuto, mi sono preoccupata più del necessario, e non è servito a nulla.
Quello che deve arrivare, arriva, semplicemente.
Voglio tornare ad essere il Matto, il mio Arcano preferito, e vivere la vita così come viene.
Un piede verso il baratro, apparentemente inconsapevole di quale sia la propria strada, ma nello stesso tempo curiosa e sempre pronta a gettarmi in nuove imprese.
Ma, sopratutto, niente più pensieri molesti.
Camilla