Molti mi chiedono come mi è nata l’idea di portare i Tarocchi in terapia.
Per un semplice caso, quando una cliente di floriterapia mi chiese di farglieli, così, per curiosità.
Vennero fuori degli aspetti di lei, che nel colloquio non erano usciti.
Questo mi fece pensare.
Iniziai così a proporli a "vecchie clienti rodate", che conoscevano la mia professionalità e accettavano le mie stravaganti proposte.
Quanto era più semplice, per i clienti più timidi, raccontarsi con l’aiuto degli Arcani!
Iniziai a leggere libri di terapia attraverso i tarocchi, ma in Italia non è che ce ne siano poi molti.
Da noi i Tarocchi sembra che li usino solo le Cartomanti.
Cominciai a proporre anche a delle clienti che venivano da me per i tarocchi, i fiori di Bach.
Chi accettava di prenderli, riusciva poi realmente a modificare la propria realtà.
Così i miei due lavori iniziarono a mescolarsi, proprio come un mazzo di carte.
Stava uscendo qualcosa di nuovo, che all'inizio non sapevo nemmeno io come gestire.
Secondo passo:
Come fare accettare i tarocchi come strumento in terapia, e non come oggetto magico, utilizzato per intravedere il futuro?
Non è stato così difficile come pensavo.
Forse ero io che dovevo cambiare prospettiva.
Le clienti che vengono per i Fiori di Bach, sono incuriosite da questo modo di operare.
A volte devo addirittura frenarle!
Al contrario, e con mia grande sorpresa, le clienti che vengono per i Tarocchi, spesso sono diffidenti verso i Fiori.
Una addirittura mi disse che le avevano causato nel passato mal di stomaco feroci!
In qualunque caso, chiedo sempre il loro consenso.
Credo fermamente che ognuna debba essere libera di poter scegliere gli strumenti per il proprio percorso di guarigione.
E questa è la storia di questo mio singolare modo di lavorare.
Camilla
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