XV - Il Diavolo

Detto fatto!

S'incomincia con la carta del Diavolo.

Perché con questa? 

Prima di tutto perché siamo a Carnevale, e vi invito a leggere il commento in corsivo in fondo al post, mandatomi da una mia amica, Irene.

Poi, perché Questo Arcano mi è venuto in mente come protagonista di una mia serata dedicata ai Tarocchi

 

Ed infine... perché da qualche parte si deve incominciare!!!

 

Da quando lavoro con le persone, attraverso gli Arcani Maggiori, mi sono resa conto di quanto questa carta spaventi.

Mi sono sempre chiesta il perché...

 

Poi alla fine, iniziando a lavorare sulle paure con Mara Tisi, mi sono resa conto che spaventa il suo tipo di energia.

Noi la rapportiamo al pericolo, al sesso, ai soldi, a tutto ciò che non conosciamo...

Ma il Diavolo rappresenta l'energie creativa che vuole svegliarsi, e noi non glielo permettiamo, perché abbiamo PAURA!!!

E quindi rimaniamo volontariamente legati al sedile del Diavolo, e "intanto ce la raccontiamo".

 

Perché ho scelto l'immagine del Dio Pan, per raffigurare il mio Diavolo?

Perché è una divinità gioiosa... e il Carnevale è dedicato a lui. Ma avrei potuto scegliere anche Loki, dio celtico un poco malandrino, ed assai briccone!

 

Ricordiamoci sempre che il Diavolo è un Angelo Ribelle, caduto dal cielo perché ha messo in discussione la Parola di Dio. E forse non dovremmo fare anche noi questo?

Non accettare tutto quello che ci viene imposto, ma metterlo in discussione?!?


Colonna sonora scelta per questa carta:

Il Trillo del Diavolo di scritta dal compositore italiano Giuseppe Tartini (1692 - 1770) e interpretata magnificamente da Vanessa Mae

 

E ricordate di leggere lo scritto di Irene:

 

"Carnevale trae infatti la sua origine dai Saturnali, una orgiastica festa pagana dell'antica Roma dedicata al dio Saturno. Gli antichi romani si abbandonavano a festeggiamenti che iniziavano con un generoso banchetto pubblico, poi seguivano feste di vario genere, che si protraevano per sette giorni e spesso sfociavano in eccessi.


Durante i Saturnali tutto era consentito, in particolare lo scambio dei ruoli, con abiti altrui.

Gli schiavi venivano serviti dai cittadini liberi o dai padroni stessi e potevano concedersi ogni libertà.

Vigeva la sospensione delle leggi che regolavano i rapporti umani e sociali.

La plebe si concedeva ogni genere di lascivia e mancanza di buoni costumi. Qualcuno li ha descritti come: "giorni di esplosione di rabbia e di frenesia incontrollata, di un'esuberanza festaiola che spesso degenerava in atti di intemperanza e di dissolutezza".

L'uso delle maschere, inoltre, garantisce una certa misura di anonimato, e favorisce quindi l’impunità.


Similmente, anche il Carnevale è espressione, per antonomasia, di pazza trasgressione, abolizione dei buoni costumi o loro temporanea sospensione, per dare sfogo ai propri desideri e in qualche modo superare le frustrazioni derivanti da un ordine sociale non sempre costituito dalla giustizia e dall'equità.

Così, anche oggi la pubblica autorizzazione ad assecondare i desideri della carne porta a un temporaneo stravolgimento degli schemi della società, con tipici comportamenti come mascherarsi, travestirsi, fare i buffoni, darsi al divertimento per il puro gusto del divertimento, fare pazzie e scherzi di ogni genere, abbandonarsi a sconcezze e oscenità.