Ho appena finito di rileggere un libro di Joanne Harris: Le parole Segrete.
E uno dei personaggi del libro, Odino, mi ha fatto riflettere.
Si, avete letto bene, il Dio supremo dell’antica religione nordica.
L’avevo sempre paragonato a Zeus, ma nel libro non mi parevano molto simili.
Quindi mi sono messa a fare una piccola ricerca su Internet, è venuta fuori una figura totalmente diversa, molto più simile, mi è venuto da pensare, all’Imperatore dei miei Tarocchi.
Egli, inoltre, possiede una suprema sapienza magica, che Zeus non possiede, in cambio del quale ha sacrificato un occhio.
Conosce inoltre la magia delle Rune.
Esercita la sua Potenza sia nel Bene che nel Male, peregrinando nel mondo, ed egli sa tutto.
Ed ora arriviamo al nostro Imperatore.
Questi viene di solito rappresentato come un uomo maturo, che indossa una semi corazza, pronto quindi al movimento ed a entrare in combattimento.
La sua è l’energia maschile, legata al “fare”, all’“agire”, totalmente concentrato nel “qui ed ora”.
E’ padrone del territorio, del suo corpo, dell’intelletto, e delle sue passioni.
L’Imperatore è colui che si prende delle responsabilità per guidare il proprio popolo.
Quindi è una figura autoritaria che vuole controllare e dominare.
Egli è orgoglioso della separazione dall’universo istintuale.
Simboleggia l’intelletto inflessibile (corazza) che si è distaccato dalla Natura.
L’Imperatore rappresenta anche la figura del Padre Archetipale.
Ma, a volte, un’eccessiva severità e rigore verso se stesso e gli altri - indicata dall’armatura – lo porta all’impegno ed a rifuggire qualunque tipo di compromesso, peccando di eccessiva rigidità, diventando, a volte, anche un Tiranno.
Mi vengono in mente infinite figure archetipali che lo rappresentano, da Giuio Cesare a Napoleone Bonaparte. Ma anche figure negative come Adolf Hitler, Stalin, e così via.
Condottieri e imperatori che portarono i loro popoli alle stelle, ma nel medesimo momento, nel fango.
Ma riporto qui sotto un’email, scrittami da una allieva dopo un mio corso sui Tarocchi, che riassume in maniera mirabile il nucleo di questo Arcano:
“… ho riflettuto sul significato della carta che mi è arrivata, di come la sentivo, di quanto fosse mia e di come la vivevo.
L'imperatore, il detentore del potere, colui che decide, che ordina, che possiede un impero da dominare;
mi sento un po’ Imperatore?
Forse si, ma ognuno di noi ogni tanto non si sente un po’ Imperatore?
O non desidera di esserlo ogni tanto?
Parlo dell'Imperare su noi stessi non sugli altri, ovviamente.
Io penso che abbiamo il diritto di essere Imperatori, Imperatori di noi stessi, di poter scegliere secondo i nostri desideri, scevri, anche se molto difficile, dalle influenze altrui, poter decidere secondo i nostri gusti, secondo il nostro cammino che è stato già scritto da un altro Imperatore, che ci ha dato comunque il libero arbitrio.
Noi creati a Sua immagine, siamo gli Imperatori di noi stessi.
Anche i bambini, che sono gli esseri umani più innocenti, spesso sono Imperatori di loro stessi, mi piacerebbe lo fossero di più e meno in balia degli adulti, fanno capricci e piangono se vogliono qualcosa che non riescono ad ottenere.
Mi sono rammentata di una storia, relativa all'Imperatore Claudio, mediocre, infermo, balbuziente che la famiglia aveva relegato lontano dalla scena politica fin verso i 45 anni, ma poi con sorpresa di tutti divenne Imperatore per diritto, essendo rimasto l'unico maschio di quella dinastia.
Nonostante la non esperienza politica, ma forse proprio per questo, dimostrò notevoli qualità, si rivelò un abile amministratore e ottimo legislatore, grande sostenitore dell'edilizia pubblica e della politica estera, proprio per questa sua politica, volta alla plebe, la nobiltà e gli storici del momento lo osteggiarono e questa fu una delle cause che portarono al suo assassinio.
In tempi più moderni tutte le sue opere vennero rivalutate.
Chi è Imperatore?
Colui che viene designato tale dagli altri o colui che non supponendo neppure di esserlo lo è nel migliore dei modi?
E chi può giudicare sia un buon Imperatore?
Coloro che gli vivono accanto o coloro che da lontano ne saggiano comunque i benefici?
Chi può giudicare se siamo Imperatori o buoni Imperatori di noi stessi?...”
Camilla